Completamento automatico

Ero molto incazzata.
Il motivo non è così importante, del resto io di rado mi incazzo con qualcuno ma spesso riesco comunque ad avercela col mondo intero in modo rassegnato.
Mentre rientravo verso casa, rimuginavo su come Ezra mi avesse di nuovo fregata bilanciando sapientemente ironia e aggressività... Non sopporto i manipolativi che evitano le discussioni e pretendono di ottenere quello che vogliono senza esporsi, senza mai entrare in conflitto.

Pontificavo nella mia testa un discorso retorico e altisonante che avevo messo a punto lungo tutta la strada del ritorno, uno di quei tanti discorsi che sono destinati a restare sfoghi interiori, perché già in partenza li concepisci con un tono che non ti appartiene.
Ero quasi arrivata alla parte in cui lui, messo alle strette, mi chiede scusa, quando la mia attenzione è stata catturata da una stranezza: i lampioni al ciglio della strada erano tutti accesi da un solo lato.
Un braccio era acceso e l’altro spento.
Avranno tagliato l'illuminazione, ho pensato. In questi tempi di crisi, appena si vede in giro una cosa che non funziona si attribuisce la responsabilità alla mancanza di fondi.

Solo alla fine della strada mi è balenata una domanda che non so come non mi ero posta fino a quel momento: ma siamo proprio sicuri che siano lampioni doppi?
La risposta era no.
Erano tutti dei semplici lampioni a un solo braccio, ma non vedendone una parte io avevo dato per scontato che fosse spenta, non che non ci fosse.

Che strani tiri che gioca la mente. A questo punto avrei dovuto sentirmi almeno un po’ stupida, e invece avevo cominciato a riflettere sulle mie attitudini "speciali" e su quante idee incredibilmente creative avrei potuto dare alla luce. Ho una propensione innata al pensiero laterale, mi ripetevo, vedo la parte mancante delle cose, quella meno scontata.
E magari avevo ragione, ma il mio orecchio assoluto e la mia iperosmia già contribuivano a sufficenza a farmi sembrare una schizzata ora in preda ad allucinazioni olfattive, ora autrice di parallelismi musicali troppo audaci… Adesso che cominciavo anche a vedere cose che non esistono, non mi restava che iscrivermi ai provini di Medium.

Chissà, ho iniziato a chiedermi, quante altre volte commetto lo stesso errore.
Se aggiungo bracci ai lampioni, chissà quante spiegazioni invento e quante intenzioni attribuisco arbitrariamente alle persone.
Vedere, o meglio non vedere, il pezzo mancante dei lumi, era stata un’umiliante epifania, un po’ come quando cerchi per tutto il giorno il passaporto e poi, alla centesima volta che apri lo stesso cassetto (cioè quello dove dovrebbe stare e inspiegabilmente non c’è), improvvisamente ce lo trovi dentro. O come quando cerchi il parmigiano in frigo e non lo trovi, perché stai cercando la busta che compri di solito mentre stavolta hai cambiato marca.

Insomma il problema è che uno si aspetta le stesse cose di sempre, dagli oggetti, dalle persone e persino da se stesso... Ma le cose non sono mai uguali, tutto cambia in continuazione.
Il vero motivo per cui ci arrabbiamo, ci offendiamo o proviamo qualsiasi altra sorta di sentimento negativo, è che tendiamo a generalizzare e a pensare in modo assoluto.
Ci ripetiamo frasi come “si comporta sempre in questo modo” o “ogni volta commetto lo stesso sbaglio”... E’ una trappola, ma è anche la forma naturale del nostro pensiero.

Quindi dobbiamo essere contenti quando la realtà ci dà una scossa ricordandoci che non tutti i lampioni hanno due bracci, e cogliere l’occasione per rimettere in discussione le nostre convinzioni più salde, fosse anche solo per cinque minuti.

1 commento:

  1. Mi è piaciuto e l'ho trovato molto vero, dovremmo essere esponenti di un "pensiero debole", fluido, senza assoluti

    Michael

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