Ave!

Non è che sono disoccupato, è che non lavoro. La gente dovrebbe pesare meglio le parole e piuttosto considerare le persone come me dei “diversamente occupati”.
Mia madre si lamenta continuamente del mio stile di vita, così ogni giorno mi serve la colazione su tovagliette di giornale diverse. Stamattina, bello in evidenza sotto il cappuccino, c’era il seguente annuncio:

Pizza&Sorrisi, azienda leader nella ristorazione e da sempre attenta alla formazione delle proprie risorse umane, offre stage nella mansione di ‘addetto alla pulizia delle stoviglie’, finalizzato all’inserimento nell’organico aziendale.
La durata prevista per il percorso formativo è di sei mesi.
L’offerta si rivolge a candidati di età compresa fra i 22 e i 25 anni, di ottimo standing, che abbiano conseguito laurea di secondo livello in Ingegneria Informatica o titoli equivalenti.
La conoscenza certificata della lingua inglese, tedesca e francese costituirà titolo preferenziale.
Completano il profilo entusiasmo per il settore e flessibilità di orari.
Previsto rimborso spese di 250 euro/mese. 
Sede: Roma.

Ci sono esperienze da cui non si può retrocedere, e fra queste rientra purtroppo l’alfabetizzazione. Ti abitui a leggere tutto, ogni cazzo di cartellone pubblicitario, ogni sorta di posti-it di scambisti nei bagni dei ristoranti, perché nessuno ti ha chiesto, prima di insegnartelo, se davvero sapevi cosa stavi imparando e se ne eri convinto.
Ecco perché non ho potuto schivare la trappola che mia madre mi aveva teso.

“Il colloquio è andato male” la informo rientrando.
“Perché?”
“Volevano il nome di tutti gli imperatori romani in ordine cronologico, e io non me li ricordavo…”
Era una pizzeria semplice (o come direbbe un blogger di questa generazione ‘rustica’), di quelle coi menù ancora in Comic Sans, i prezzi corretti a penna e con un generico “Pizzeria” appiccicato sulla porta… Chi si aspettava una simile selezione per un posto da lavapiatti?
“Mi dispiace ragazzo” aveva concluso l’esaminatore-responsabile-di-sala “ma il principale è un appassionato di storia e non potrebbe mai soprassedere su una simile lacuna”.
“Ave” era stata la mia risposta secca, e me n’ero uscito. Il “te rotto il cazzo!” me l’ero tenuto in tasca, mi sembrava poco elegante e storicamente fin troppo abusato.

1 commento:

  1. Sempre e solo geniale! Come sempre. Bbb
    P.S. Non è "anonimo". Lei sa...

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