L’attesa del piacere

Nella mia vita ho sempre conservato per dopo le cose più belle.
Ho sempre parsimoniosamente protetto e risparmiato ciò che credevo mi sarei goduta a tempo debito.

Ma le domeniche piovose mi hanno smentito senza appello: quando ti svegli per mettere ordine e ti accorgi che nella trousse che hai gelosamente custodito intatta, ci sono ombretti di un fuxia improponibile alla tua età. Quando apri la dispensa e i cioccolatini del Natale scorso si sono guastati e il vestito da sera appeso nell’armadio non ti entra più.

Eppure da quelle domeniche non ho imparato molto, se ancora oggi guardo le cose più belle che ho con la stessa aria nostalgica di chi l’ha già perse senza averle mai usate.
L’attesa del piacere è essa stessa il piacere? Forse per chi ancora crede che il piacere arriverà, ma per i codardi come me l’attesa non è che un’amara constatazione d'impotenza.

La verità, amore, è che la mia dichiarazione è come una vecchia monetina: quando sono sola la rimiro compiaciuta e non vedo l'ora di mostrartela, appena ti avvicini la nascondo in tasca.
E mentre ti guardo, la stringo nella mano come se stessi per offrirti un pezzo raro e mi sento ricchissima. Ma se provo a porgertela, sono sopraffatta dal terrore della povertà che conoscerei se tu guardando nelle mie mani vedessi solo una vecchia moneta.

Così alla fine mi ritraggo e scelgo di essere povera piuttosto che scoprire quanto vale per te.

3 commenti:

  1. Che bellezza, hai la scintilla

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  2. Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto :)

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  3. Secondo me basta capire qual'è il momento e la persona giusta.....e poi chi non risica.....

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