Analemma

Stiamo perdendo la Luna.
Lentamente, inesorabilmente, ogni anno si allontana da noi di pochi centimetri.
La sera la vedi ancora lì, maestosa protagonista del cielo, ma ormai sai che sei destinato a perderla e che a poco giova chiedersi quando, perché è già deciso.
Certo resta la sua malia, alla quale la promessa di sparire sembra, se possibile, aggiungere incanto.

È lo stesso struggente destino che tocca agli amori impossibili, a quegli amanti che debbono ingoiare il proprio sentimento col contagocce perché esso non si palesi in modo inopportuno.

Di tanto in tanto, con uno sciocco sorriso dipinto sulla faccia, rievocano i momenti trascorsi e intravedono presunte promesse di un futuro mai arrivato, da annegare puntualmente nella solita conclusione "non si può".
Indagano a fondo gli universi paralleli in cui quell'unione sarebbe ammessa, un po' come chiedersi cosa accadrebbe se l'acqua non fosse bagnata, e ogni volta, al termine di questo devastante ciclo di pensieri, un pezzettino di quell'amore viene eroso e l'analemma si modifica… Una piccola infinità destinata a dissolversi.

Ma allora, perché a me la Luna pare ancora tanto grande?

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