La strada

Una volta, dopo aver preso un palo di dimensioni astronomiche da una stangona russa, un amico saggio e disperato tirò fuori dal freezer la vaschetta di Carte D'Or e chiosò "l'importante è aver amato".
Questa frase mi è tornata in mente diversi anni dopo, parlando con un altro amico di un argomento apparentemente del tutto diverso. Il secondo amico, un po' meno saggio del primo e decisamente più irruente, aveva intuito molto di me e tentava di convincermi a fare qualcosa di stupido senza preoccuparmi delle possibili conseguenze.
Alla fine mi aveva strappato la promessa di compiere una cazzata... Un proposito che, tralasciando che probabilmente lui aveva in mente un'orgia o un tatuaggio mentre io al massimo concepivo di andare a lavoro a piedi, aveva dentro me la stessa eco del ti amo di una storia estiva a fine stagione: emozionante perché sai che è per finta.
Non poteva vincere con me, persino il mio taglio di capelli era un compromesso fra il lungo e il corto, l'unico modo che avevo trovato per esprimere pacatamente il conflitto che mi dilaniava fra il percorrere la strada convenzionale e il perdermi nello sterminato campo di granoturco circostante.
Camminavo poco fuori dal sentiero costeggiandolo, come che questo facesse di me una persona coraggiosa... A volte mi allontanavo di qualche passo, ma col cazzo che lo perdevo di vista.
L'importante è aver amato, aveva detto lui, l'importante è aver scelto qualcuno avergli dedicato tutti noi stessi, anche se poi è finita. Quindi in fin dei conti l'importante è aver scelto... Esattamente quello che non stavo facendo io.
Il sentiero non è una strada, il sentiero è La strada.
Sul sentiero si sta in compagnia e si può cantare, ma il canto delle spighe intorno è tutt'altra storia.
Ogni giorno le ascolto estasiata, vorrei seguirle.
Ogni giorno desidero perdermi.
Non so scegliere, mi ripeto, non so agire d'impulso...
Quella sera andai a letto senza lavarmi i denti.

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensi?