La fine del mondo

Fra poco finirà il mondo, dicono.
Chi lo dice? I maya, o qualche archeologo che ne fa le veci.
Tutto iniziò un po' di anni fa, quando un gruppo di bimbi maya annoiati si inventò questo nuovo gioco di contare i giorni, uno a testa: cominciarono dall'11 agosto 3113 a.C. ed andarono avanti, un encomio alla costanza, fino al 21 dicembre 2012 d.C... Poi si stufarono e passarono al nascondino.

La conclusione che se ne trae è evidente: il 21 dicembre p.v. il mondo finirà.
Di venerdì, ovviamente, perché poi arriva il weekend e dio si riposa: avrà altro a cui pensare, lui. La fregatura in caso la prendiamo noi, che se proprio dobbiamo morire anzitempo gradiremmo almeno farla finita di lunedì mattina: ti suona la sveglia e pensi "Nooooo! Che palle inizia un'altra settimana...", premi il tasto snooze e non ti svegli più.

Molti pensano che siano tutte cazzate, ma c'è anche chi ne è convinto.
In discoteca un tizio con la faccia da topo e occhiali spessi come il vetro blindato della banca mi ha addirittura ammonito con una certa sufficienza "se non ci credi fai male: neanche i dinosauri ci credevano, eppure...". Chissà magari ha ragione. Magari il grande T-rex l'aveva letto nei fondi del brodo primordiale ma i suoi coevi ci si erano fatti una risata.

Ma se anche questa psicosi dei ratti da discoteca avesse fondamento, cosa potremmo trarne?
Siamo e restiamo esseri recidivi. Inutile ripetersi che ci butteremo col paracadute o avremo esperienze sessuali stravaganti il giorno prima dell'imminente fine.
E purtroppo non credo che diremo tutto quello che non abbiamo confessato finora.
Quando sarò lì davanti alla persona che amo e temporeggerò per trovare la calma mentre lui mi incalza con lo sguardo impaziente di chi non riesce a far passare il filo dalla cruna...
Dirò forse "Ti amo"? No, non lo dirò neanche stavolta. Lo direi, forse, se vedessi un meteorite a pochi metri di distanza. Forse. Perché in fondo già da piccola avevo capito che i compiti delle vacanze si fanno il giorno prima dell'inizio di scuola, e di solito si fa solo la prima pagina del libro.

Probabilmente venerdì non ci sarà nessun cataclisma. Nessun terremoto, niente meteoriti e nemmeno un alieno viola alto come un grattacielo che sputa fiamme sui civili.
Ma se davvero potessimo predire con esattezza la fine del mondo, allora quella fine non sarebbe il giorno previsto: sarebbe il giorno prima.
Sarebbe quel fatidico giovedì in cui ciascuno chiude i propri conti in sospeso...

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